Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu/495

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     25E mutando stagione
     Le sue pompe non perde e le corone.
Olimpo ancor pareggia
     Sacro a gli antichi dei,
     O ne la gloria a lui t’agguaglia almeno;
     30E divieni omai reggia
     D’Amore e di costei,
     Dipingendole pur la chioma e ’l seno,
     E ceda al tuo sereno
     Quel sí candido e puro;
     35Tal che non turbi mai
     I tuoi lucenti rai
     O nube o pioggia o vento o nembo oscuro:
     O ’n cima sol vi spiri
     L’aura de’ miei dolcissimi sospiri.
40Tu ve li porta, Amore,
     E lor dà piume ed ali
     Ché tanto alzar li può celeste aita:
     Ma, se di questo core
     Pien d’ardori immortali
     45Fosse tutta la fiamma in te sentita
     E come la mia vita
     Per lei si strugge e sface,
     Etna novo saresti
     E maggior grido avresti
     50Che s’accendesse in te divina face.
     Deh! sian lodi supreme,
     Ché sembri Atlante, Olimpo ed Etna insieme.
Non fia miracol novo
     Dov’Amor vola ed ella
     55Tante rare eccellenze accôrre in una:
     Ma qui, dov’io mi trovo,
     Né sol miro né stella