50Allor che per vaghezza incauto venni
Là ’ve spirar tra le purpuree rose
Sentii l’aure amorose;
E ben piaghe da te gravi io sostenni,
Ch’aperte e sanguinose 55Ancor dimostro a chi le stagni e chiuda;
Ma trovo chi l’inaspra ognor piú cruda.
Lasso! il pensier ciò che dispiace e duole
A l’alma inferma or di ritrar fa prova
E piú s’interna in tante acerbe pene. 60Ecco la bella donna, in cui sol trova
Sostegno il core, or, come vite suole
Che per sé stessa caggia, altrui s’attiene:
Qual edera negletta or la mia spene
Giacer vedrassi, s’egli pur non lice 65Che s’appoggi a colei ch’un tronco abbraccia.
Ma tu, ne le cui braccia
Cresce vite sí bella, arbor felice,
Poggia pur, né ti spiaccia
Ch’augel canoro intorno a’ vostri rami, 70L’ombra sol goda e piú non speri o brami.