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244 la secchia rapita


perciò che veramente nell’archivio de’ signori Pii si trova una sentenza data in Rubiera l’anno 1255 alli 20 di febbraro, regnando Federico secondo imperatore, ed essendo suo vicario in Modana il signore Alberto Pio; e tal sentenza fu data dal dottore Andrea Canossa da Parma, giudice deputato da esso signore Alberto nella controversia che allora si disputava tra la comunitá di Reggio e quella di Modana, la quale per esser cosa lunga non la riporterò qui tutta, ma le parole e clausule solamente che contengono il punto di questo accidente. E sono quelle che seguono:

Christi nomine repetito, etc.

Dicimus, sententiamus et pronuntiamus et diffinimus, et index quietamus liberamus et absolutos, quietos et liberatos esse iubemus et condemnamus et ut arbiter arbitramur et sententiatum esse volumus et condemnamus ut infra, videlicet:

Dictos de Reggio, seu prædictam communitatem Reggii teneri et obligatos seu obligatam esse extrahere videlicet cothurnos, stivalia, soturales et crepidas, in signum honoris et reverentiæ debitæ et debendæ prædictis Mutinensibus, in itinere pedestri, equestri et navali, in quibuscumque domibus hospitiis et ad omnem quamcumque voluntatem prædictorum Mutinensium requirentium et petentium sibi calciamenta extrahi debere et stivalia cothurnos sotularia vel crepidas, sic extractas vel extracta purgare, mundare, lavare et eisdem et quibuscumque eorum, ut dominis suis eos vel ea presentare. Et ita pronunciamus omni meliori modo etc.

Præsentibus ambobus prædictis procuratoribus seu mandatariis D. D. Pietro de Nana et Francisco Regino etc.

Actum in Castro Herberiæ etc.

A questa scrittura precedono e seguono le solite clausole, le quali, come ho detto, per brevitá si tralasciano, bastandoci avere accennata qui la sostanza del fatto. Se poi tale scrittura sia cosa vera e reale o pur finta, me ne rimetto all’altrui giudicio, bastandomi aver significato che l’originale è in casa de’ signori Pii di Savoia, e che non è invenzione del poeta.

S. 65, v. 6: «A sesta», cioè a misura. Ma questa pur anco parrá ad alcuno invenzione del poeta contra i medesimi reggiani: e nondimeno nell’istorie del regno d’Italia sotto l’anno 1152 e in altri autori ancora, si legge ch’essendo in lega i modanesi co’ parmegiani ruppero l’esercito de’ reggiani e ne menarono a Parma un gran numero di prigioni; e che ’l giorno seguente, mostrando di volerli arder vivi, accesero in piazza un gran foco;