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canto terzo | 53 |
48
Ma dove lascio di Sassol la gente
che suol de l’uve far nettare a Giove,
lá dove è il di piú bello e piú lucente,
lá dove il ciel tutte le grazie piove?
quella terra d’amor, di gloria ardente,
madre di ciò ch’è piú pregiato altrove,
mandò cento cavalli, e intorno a mille
fanti raccolti da sue amene ville.
48
Roldano de la Rosa è il duca loro,
ch’un tempo guerreggiando in Palestina
contra ’l campo d’Egitto e contra ’l Moro,
fe’ del sangue pagan strage e ruina:
sparsa di rose e di fiammelle d’oro
avea l’insegna azzurra e purpurina;
e dietro a lui venia poco lontano
Folco Cesio signor di Pompeiano;
49
Pompeiano ove suol l’aura amorosa
struggere il giel di que’ nevosi monti:
Gommola e Palaveggio a la famosa
donna del seggio lor chinan le fronti.
Sotto l’insegna avea d’una spinosa
Folco raccolti de’ piú arditi e pronti
trecento, che su zoccoli ferrati
se ne venian di chiaverine armati.
50
E quel ch’era mirabile a vedere,
cinquanta donne lor con gli archi in mano
avezze al bosco a saettar le fiere,
e a colpir da vicino e da lontano,
succinte in gonna e faretrate arciere,
calavano con lor dal monte al piano;
e la chioma bizzarra e ad arte incolta
ondeggiando su ’l tergo iva disciolta.