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canto quarto 73


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     E quivi a canto a lui fatti passare
due mila balestrier ch’in campo avea,
cominciò l’inimico a saettare,
che cacciarlo di luogo ei si credea.
Come suol rifuggir l’onda e tornare
fremendo nel furor de la marea,
cosí fremea ondeggiando, e i forti scudi
opponea l’inimico ai colpi crudi.
44
     Ma non partiva, e non mutava loco:
e ’n tanto l’alba uscía de l’oriente,
le cui guancie di rose al sol di foco
mirando il ciel ne divenia lucente.
Gherardo rinfrescò la gente un poco,
mutandola a’ quartieri; e al dí nascente,
dal fosso a basso e da la rocca d’alto
diede principio a un furibondo assalto.
45
     De la rocca Bertoldo ebbe l’assunto,
Giberto a manca man, Gherardo a destra.
Vedesi il conte a mal partito giunto,
ch’eran finiti il pane e la minestra:
pur mise anch’egli i suoi soldati in punto,
e Bertoldo dicea da una finestra:
— Ah! reggianelli, gente da dozzina,
l’unghie vi resteran ne la rapina. —
46
     Dove la rocca giú nel pian scendea,
de la piazza era il conte a la difesa:
e sbarrato di travi il passo avea,
facendo quivi i suoi nobil contesa.
Gherardo a destra man forte stringea:
Giberto facea machine da offesa,
mangani e scale, e empía con sorda guerra
la fossa in tanto di fascine e terra.