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ATTO II - SCENA V. I43

              GERBERTO

Ma...

                 UGO

So quanto vuoi dirmi: ch’essa m’odia, ch’io sono Temerario, che invano spero nel suo perdono, Che l’offesi, che ha muto il cor tranne al pensiero Della vendetta, e che ora sono in sua mano... É vero? È vero... e minacciarmi e consigliarmi, e appena Ritorno e la rivedo più bella e più serena Di prima, dirmi: parti, rinunzia alla sua vista, Ripiglia la tua strada, lunga, deserta, trista, Rifatti pellegrino. Questo vuoi dirmi? — Senti: Per tutte le minaccie e per tutti i tormenti, Per tutte le congiure della terra e del cielo, Non mi parto se prima non le parlo e mi svelo.

              GERBERTO (il quale fin qui contenne a stento
                         la propria gioia)

Iddio vi manda.

                 UGO

Che! Gerberto, hai detto...?