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Pagina:Tempesta.djvu/121

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Atto terzo, Scena seconda 105

                        Stefano.
    No, mostro, no.

                        Calibano.
Non avere timor: l’isola è piena
di rumori e di dolci arie che danno
piacere e non fan male. Qualche volta
di ben mille strumenti odono il rombo
le orecchie mie: qualche altra volta sento
voci, che se mi sveglio dopo un lungo
sonno, mi fan riaddormentare e allora
mi sembra di veder sognando nubi
che squarciandosi mostran gran ricchezze
pronte a piovermi addosso, tanto che
se allora mi svegliassi, piangerei
per sognare di nuovo.

                        Stefano.
    Questo prova che è un buon regno per me,
dove potrò avere la musica per niente.

                        Calibano.
    Quando Prospero sarà ucciso.

                        Stefano.
    Lo sarà fra poco: mi rammento la tua storia.