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Atto quinto, Scena unica 145


Prospero.


Ancor gustate qualche leccornia173-2
di quest'isola, quale non vi lascia
le cose vere scerner dalle false.
Benvenuti voi tutti, amici miei!
                    Piano a Sebastiano e ad Antonio.
In quanto a voi, bel paio di messeri,
potrei ‒ se lo volessi ‒ il guardo irato
di sua altezza su voi volgere e quali
traditori svelarvi. Per adesso
non dirò nulla.

Sebastiano.


                                                        da sé.
                    È il diavolo che parla
in lui!

Prospero.


                  No. Ma per voi degno signore
che non posso chiamar fratello senza
infettarmi la bocca, io ti perdono
delle più gravi colpe: tutte quante.
E il mio ducato ti richieggo, pure
conoscendo che rendermerlo devi.

Alonzo.


Se Prospero tu sei, dacci notizie
di tua salvezza e come ci hai trovati
qui tutti, quando or fan tre ore appena