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54 la tempesta

                       Gonzalo.
     ....quando lo indossai al matrimonio di vo‐
stra figlia?

                        Alonzo.
M’impinzate le orecchie con parole
oltre la fame dei miei sensi. Il cielo
volesse ch’io mia figlia non avessi
maritato costà: chè nel ritorno
ho perduto mio figlio e se non erro,
ora che dall’Italia ella e sì lunge,
io non potrò più rivederla. O erede
di Milano e di Napoli, di quale
strano pesce sarai stato pastura?

                      Francesco.
Sire, forse egli è vivo. Io l’ho veduto
domare l’onde e cavalcarne il dorso.
Egli sottometteva l’acque e d’ambo
i lati respingea quei loro attacchi
nemici e le più aspre ondate contro
di lui sospinte a sè stringea. L’ardita
fronte oltre i flutti irosi sollevando
con buone braccia in vigorosi colpi
remigava così verso la costa
che, dal flutto minata, reclinava
sopra lui, quasi ad aiutarlo. Salvo
giunse a terra.