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Pagina:Teofrasto - I Caratteri.djvu/16

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il filosofo teofrasto

tasi di lui che un giorno a re Cassandro il quale par che fosse provvisto di naso adunco o schiacciato, dicesse motteggiando: „è assai strano, o Cassandro, che gli occhi tuoi non cantino, sebbene il naso gliene offra incentivo“; ed egli stesso poi ha lasciato scritto che l’anima dovrebbe pagare al corpo un tanto per abitarvi, volendo con ciò fare intendere ch’essa non debba troppo pretender dal fisico ma provvedere alla sua sanità e robustezza.

La teoria che la felicità abbia bisogno dei beni esterni, in chiaro contrasto con la fede del platonismo e dell’Accademia e forse col medesimo Aristotele, spiegano perché mai la dottrina peripatetica sia apparsa più tardi intinta di pragmatismo, e siasi spinta fino alle esagerazioni dell’ingegnosissimo Dicearco. E spiegano altresi l’accanimento che Teofrasto mise in combattere la tesi epicurea della distruttibilità del mondo, e in affermare l’altra della sua eternità e del periodico ricostituirsi della civiltà. Spirito tutt’altro che apocalittico, Teofrasto è il primo entusiastico studioso della storia della cultura, ed è, come risulta dalle opere scientifiche sulla Natura delle piante, e sulle Origini delle piante, il primo che riesca a fondare felicemente una sistematica delle scienze, a quel medesimo modo che i suoi condiscepoli Aristósseno, Eraclide e Dicearco, talvolta d’accordo con lui tal’altra in disaccordo, fecero per la politica, la musica e la geografia. I suoi libri sulle pietre, sul fuoco, sugli animali, sulle acque, sugli odori, sui venti, sulle sensazioni, sui sudori, e su altri accidenti naturali ed umani sono frutto di questa sua curiosità scientifica e di ricerche le quali appaiono notevolmente precise e preziose nei frammenti. Risulta da cotali opere sulle piante che egli dovunque si recasse soleva raccogliere notizie ed appunti particolarmente utili agli studi, e vi si leggono difatti particolari sui platani che s’ammiravano in Stagira patria di Aristotele e presso la biblioteca di quella cittadina di Macedonia, e su altre piante arboree: i quali sono particolari che difficilmente egli avrebbe come osservato con altri occhi che non fossero come i suoi adusati alla ricerca e osservazione scientifica.

Altrettanto vivo ed acuto fu l’interesse suo per i problemi


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