Pagina:Teofrasto - I Caratteri.djvu/23

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l’elegantissimo teofrasto

Teofrasto è preciso se vi descrive un albero o un arbusto, e scrive apte e distincte in quel suo temperato ed equabile dettato: «Il cosiddetto euonymus nasce altrove e anche sul monte chiamato Ordinno dell’isola di Lesbo, ed è grosso quanto un melograno e ha la foglia cadente, ma è più grosso del lauro-nano ed è tenero come il melograno. Comincia a germogliare in decembre e fiorisce di primavera, e il suo fiore è di colore simile alla viola bianca e odora forte come di sangue. Il frutto poi rassomiglia con la corteccia all’estremità del sesamo, e dentro esso è compatto ma diviso in quattro spicchi...»; «il vento zeffiro è più leggiero di ogni altro vento e soffia di sera e sulla terra ed è freddo, e c’è in due sole stagioni dell’anno a primavera e d’autunno. In certi luoghi soffia glaciale, sí che Omero lo denomina sgradevole, in altre invece soffia temperato e carezzevole sí che Filósseno definisce soave il suo soffio; e dei frutti alcuni li fa crescere, altri invece li guasta e addirittura li distrugge». Un osservatore cosí attento e meticoloso, cosí chiaro e perspicuo non è meraviglia che abbia messo altrettanta attenzione e meticolosità nello studio dei problemi etici e abbia piuttosto attinto dalla realtà che dall’immaginativa, e piuttosto dipinto e ritratto gli uomini e le cose degli uomini che fantasticato.

Egli viveva la vita tutti i giorni e la studiava senz’avvedersene, guidato dall’istinto a studiarla e considerarla con gli occhi e il cuore umanissimi. Persecutus est Aristoteles animantium omnium ortus, victus, figuras; Theophrastus autem stirpium naturas omnium que fere rerum quae e terra gignerentur, causas atque rationes... «Aristotele ha studiato il nascere, il modo di vivere, le figure di tutti gli esseri animati; Teofrasto, invece, ha studiato le origini e le forme di tutto ciò che dalla terra nasce e la natura delle piante»; e Cicerone conclude che per cotesta loro esperienza fu ad essi assai facile investigare anche i segreti delle più riposte cose, qua ex cognitione facilior facta est investigatio rerum occultissimarum: la qual relazione tra l’attività scientifica e l’etica e la rettorica di Teofrasto sembra cosí spontanea ed efficace che il medesimo Cicerone nel quinto libro dell’opera sui «Doveri» trova modo di piú volte rilevarne l’evidenza. Del resto io non sono alieno dal


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