Pagina:Teofrasto - I Caratteri.djvu/5

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P R E F A Z I O N E


Le mie pagine introduttive e la traduzione dei Caratteri di Teofrasto erano già bell’e pronte per la stampa nel giugno 1943. Avrei soltanto dovuto consegnare il manoscritto a un editore e s’era già progettato di farne un’edizione di pochi esemplari, quand’ecco che intervennero î fatti del luglio e ogni cosa fu messa sottosopra miserevolmente. Ho dunque aspettato in sino a tanto che convenisse pubblicarle in veste più dimessa, come oggi richieggono i tempi, ma tuttavia degna e corretta, e poi ho deciso di affidarle alle attente cure dell’amico Krimer affinché le accogliesse nelle collezioni Mondadori e le divulgasse fra gli studiosi dell’antico e del moderno, apparendo i Caratteri del filosofo ateniese altrettanto antichi che modernissimi e altrettanto greci che italiani...

Dirò per altro che mentre correggevo le bozze mi si è offerta l’occasione di notare che monsignor Giovanni Della Casa dovesse conoscere e apprezzare i Caratteri, e che li leggesse con tanta attenzione da conservare chiarissimo ricordo di cotal lettura nel suo Galateo, in quei passi soprattutto dov’egli descrive la poca leggiadria che taluni mettono in camminare o in mangiare, o in fare questa o quella delle cose che noi uomini sogliamo e dobbiamo fare giornalmente. Ond’è ch’io ho reputato necessario trascrivere dal Galateo alcune descrizioni che non tanto ci richiamano a un determinato carattere teofrasteo, quanto

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