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Pagina:Teoli - Teatro Historico di Velletri.djvu/138

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Amò questa gran Donna teneramente Marcello suo figlio havuto da Marcello suo primo Marito, fabricò il famoso Portico vicino al Teatro del suo Marito, e si conservò il nome di Portico d’Ottavia, nel quale erano bellissimi ornamenti, e superbissime Statue, come registra Plinio in più luoghi.

Doppo la morte d’Ancaria, Ottavio nostro pigliò la seconda Moglie, e fù Attia figlia di M. Attio Balbo, Sorella di Giulio Cesare (altri vogliono, che Atţia fosse Nipote, e non Sorella di Cesare) Di quella Ottavio hebbe una figlia Femina, chiamata Ottavia Minore, e un Maschio, chiamato Caio Octavio, cognominato Cepia (dice Dione) ò pure Pio (registra il Zonara) e questo fù il nostro Augusto Ottaviano, di cui si farà mentione più sotto.

Di Ottavia Minore io non hò potuto trovarne cosa di memoria, solamente Enea Vico, per sentenza di Dione, narra, ch’ella fosse Moglie di Marco Agrippa, che fece il superbo Tempio a Giove Vindicatore nomato Pantheon, hora Santa Maria in Rotonda, huomo di grandissime virtù: onde doverà dirsi, che questo Marco fesse Nipote, Genero, e Cognato d’Augusto. Nipote perchè hebbe, per Moglie Marcella figlia di Ottauia Maggiore: Genero, perchè egli ottenne per isposa Giulia figlia di Augusto, e di Scribonia; e Cognato per questa Ottavia. Voglio però credere, che non degenerando punto da’ suoi natali, ella fosse Donna d’altra tanta prudenza, quanto la Sorella, e forse, per haver ambedue havuto il medesimo nome, molte cose di una sono state da’ Scrittori applicate all’altra.

Caio Ottavio, ultimo di questa Fameglia, fù ancora il sopremo nelle dignità: lascio di narrar di lui gl’officij ottenuti nella Republica, le guerre fatte, le vittorie havute, le Città, Provincie, e Regni debellati, li Popoli soggiogati, e li Trionfi ricevuti; e dirò, che l’essere stato il primo Imperatore del Mondo con il nome di Augusto, contiene ogn’humana, e terrena grandezza; perciò hebbe raggione Velleio di dire, ch’al Consolato di Cicerone accrebbe grandissimo honore la nascita di questo huomo insigne. Consulatui Ciceronis non mediocre adiecit decus matus in eo Anno D. Augustus. Potrei registrare le visioni, li sogni, gl’Au-