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Pagina:Teoli - Teatro Historico di Velletri.djvu/240

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tutta la Selva della Faggiola, s'abbruggiarono Armenti, in somma fù di grandiss. ruina; ma il pietoso Dio, riguardando con gl'occhi della sua misericordia quest'afflitta Patria, nel primo giorno d'Ottobre (quando il Cardinal Ridolfo Pio de Carpi venne la prima volta in Velletri) fece larga dispenza delle sue gratie con la bramata pioggia, e dove si temeva di penuria di vino, ne donò una abbondanza insolita, ch'apportò grandissima allegrezza, et insieme maraviglia a' Cittadini dolenti.
Con la Grandine ancora Dio benedetto hà procurato l'emendatione di questo Popolo, e ben spesso n'è stato battutto il nostro Territorio, ò in tutto, ò in parte, il che hà caggionato à Cittadini penuria, ò di Grano, ò di Vino, overo d'Oglio, et altri frutti; ma specialmente per li dieci del Mese d'Agosto dell'Anno M.DC.XXXI. giorno di Santa Chiara, nel quale venne una Tempesta così grande, che rompendo viti, et arbori, privò affatto la Città di vino, e di frutti; e fù così crudele, che non vi è traditione, ò ricordanza di grandine simile, onde passa, e passarà in proverbio, La Grandine di Santa Chiara.
Non voglio tacere li flagelli, che col mezzo de gl'Animali, l'immortale, e benedetto Iddio à mandato à questa Città, particolarmente d'un Lupo arrabbiato, che nell'Anno M.DC.XIII. di Giugno, la notte di S.Giovanni Battista, uccise da trenta, e più persone; perchè bastava, che con li suoi rabbiosi denti (benche leggiermente) havesse tocato un huomo, purchè gli havesse cavato sangue, moriva senza fallo, se non subbito, almeno frà pochi giorni. Uno solamente ne restò vivo per qualche Anno, ma sempre pallido, e discolorito; perchè, essendo la mattina stato ucciso il Lupo, egli se ne mangiò il fegato, e cacciò (come se dice per proverbio) chiodo con chiodo, veleno con veleno, per qualche virtù naturale, et occulta; perchè, come nota Gaudentio Merula1, il sangue di Cane rabbioso libera il morsicato, che ne beve. Un'altra volta, un Lupo fece l'istesso nella contrada di Carciano, territorio di Velletri, ch'ancora se ne conserva memoria, dicendosi per proverbio, Il Lupo di Carciano. Io hò letto, che nè passati tempi un'altra volta un Lupo fece stragge maggiore dell'accennata; non

  1. L'umanista Gaudenzio Merula (1500 - 1555) fu autore di un compendio di eventi memorabili, il Memorabilium libri nel 1544, opera finita sotto censura da parte della Santa Inquisizione, che vide tuttavia una edizione emendata e tradotta in italiano, nel 1559, dal titolo Nuova selva di varia lettione.