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Pagina:Teoli - Teatro Historico di Velletri.djvu/99

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preeminenza in tutto il Regno de' Volsci. In prova di quanto dico, per Coriolo, recitarò le parole di Dionisio, che facendo mentione di Postumio Cominio Console dice, Sequenti die cum Ecercitu Coriolos petiit Urbem nobilem, et quasi Caput Volscorum. E per Fregelle registrarò le parole di Strabone, che sono queste, Fregellæ nunc vicus, olim Urbs celebris, multarumq. iam dictarum caput.

Non voglio in questo luogo per narrar la grandezza di ciascheduna di queste Città far lunga tessitura, e noioso racconto d'Autori et antichi, e moderni, bastandomi far solamente vedere à curiosi, ch'ogn'una di esse ha il suo assertore patrocinante. Che Anzo sia stato Capo de' Volsci, l'asserisce Livio, che narrando come furono li nostri abbandonati da' Latini, et Hernici, debellati da Furio Camillo, doppo la presa de' Veij, e di Faleria, dice, Volsci abiectis armis, sese dederunt cæterum animus Ducis rei maiori Antio imminebat, id Caput Volscorum.

Per Eccetra ne fa chiara memoria Dionisio, che registrando la vittoria di Fabio Vibulano in Algido contro Volsci, et Equi, e la condotta del suo Essercito, dice, Non diù hic moratus duxit Eccetram, quæ tum Volscorum Caput erat.

Di Ferentino ne fà autentica il Sabellico, che scrivendo il Concilio fatto dà Volsci disgustati dà Romani per astutia di Tullo Attio, dice, che si radunassero in Ferentino. Qui suos longo agmine abeuntes ad Caput Ferentinum excipiens multa de præfesenti Romanorum iniuriam quæstus.

Piperno ha il suo vivente difensore, dico il Padre Teodoro Valle, che con molta eruditione prova esser stata questa Città Capo de' Volsci, et apporta quelle raggioni, che congionte con l'autorità, ha stimate bastevoli per honore della sua Patria.

Sessa vien protetta con l'autorità di Strabone, il quale facendo mentione della presa di questa Città dal figlio di Tarquinio Prisco Rè de' Romani (non sò se avanti, ò pur doppo la morte del Padre) dice, Filius eius Suessam cæpit Volscorum Caput.

Di Terracina ne fanno chiarissima fede le parole di Catone, et sono le seguenti, Volosci, quos vocamus Volscos,