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Pagina:Terenzio Mamiani Poesie.djvu/62

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lii l’autore ai lettori.


latinità; ma in istile alto e lirico suona molto meglio del porta insegne, banderajo, alfiere e simili.

Paradisiaco. À un esempio nell’ottimo Commentatore, e mi par preferibile a paradisiale (che pur si legge in quell’autore) non solamente per la pienezza del suono ma per l’origine sua latina, trovandosi, se non erro, in Sesto Alcimo Avito del sesto secolo. I Botanici se l’appropriarono, e chiamano paradisiaca una sorta di Musa o Banani che vogliasi dire. Trapassò tale aggettivo eziandio nel greco.

Pomiceo. È nuovo latinismo, ma simile affatto al puniceo che alcun poeta moderno à usato senza biasimo. È poi più dolce del pumicoso che leggesi nella Nautica di Bernardino Baldi.

Inauspeicato. Lo registra il Bergantini, reputato raccoglitore di buone voci; ma quali esempj ne allega non so, perchè non è sotto gli occhj il volume suo.

Mortuale. L’Alberti cita per questo addiettivo una prosa di Anton Francesco Bellati.

Siderale. È in uso appresso gli astronomi; e non mi viene veduta alcuna ragione per non applicarlo fuor della scienza; perocchè è voce bella, sonora, nobile e procedente dal latino antico e classico.

Aurite quercie. A niuno scolar di rettorica riesce nuova tal locuzione, tornandogli a mente il verso d’Orazio:

Blandum et auritas fidibus canoris
     Ducere quercus.

Certo, è un latinismo più ardito de’ due suoi fratelli auricola e auricolare; ma io mantengo che è di entrambi più necessario, quando si voglia con un vocabolo solo significare il concetto oraziano. Conciossiachè, chi vorrebbe scrivere quercie orecchiute senza pericolo di far ghignare il lettore? e nemmanco verrebbesi con ciò ad