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PANDOLFO COLLENUCCIO

               M’apri le aurate sacrosante porte,
               112Cara, opportuna, disiata Morte.
          Canzon, vivrai, me spento; e umil, ma forte,
               Col Tesbite n’andrai, con quel da Tarso;
               Solo un Signor conosci e Quello adora,
               116Quel che, a non esser di sua grazia scarso,
               Dolce e bella morendo fe’ la Morte.


LORENZO DE’ MEDICI

Sonetti

118 i 1448-†1492
V
IDI madonna sopra un fresco rio

Tra verdi frondi e liete donne starsi;
               Tal che dalla prima ora in qua ch’io arsi
               4Mai vidi il viso suo più bello e pio.
          Questo contentò in parte il mio desio,
               E all’alma diè cagion di consolarsi;
               Ma poi partendo il cor vidi restarsi,
               8Crebbon vie più i pensier e ’l dolor mio.
          Chè già il sole inchinava all’occidente,
               E lasciava la terra ombrosa e oscura;
               11Onde il mio sol s’ascose in altra parte.
          Fe il primo ben più trista assai la mente.
               Ah quanto poco al mondo ogni ben dura
               14Ma il rimembrar sì tosto non si parte.

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