Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
GABRIELLO CHIABRERA
Misero giovinetto!
Per naviganti avari
21Nel più fondo de’ mari
Era a morir costretto:
Ma, qual piglia diletto
24D’affinar suo bel canto
Bel cigno anzi ch’ei mora,
Tal sulla cruda prora
27Volle ei cantare alquanto.
Sulle corde dolenti
Sospirando ei dicea:
30‘ Lasso, ch’io sol temea
E dell’onde e de’ venti!
Ma, che d’amiche genti,
33A cui pur m’era offerto
Compagno a lor conforto,
Esser dovessi morto,
36Già non temea per certo!
Io, nel mio lungo errore,
Altrui non nocqui mai;
39Peregrinando andai,
Sol cantando d’amore;
Al fin, tornommi in core
42Per paesi stranieri
II paterno soggiorno,
E facea nel ritorno
45Mille dolci pensieri.
“Vedrò la patria amata,”
Meco dicea; “correndo
48Fiami incontra, ridendo,
La madre desïata.
Femmina sventurata,
51Cui novella sì dura
284 |