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PIETRO METASTASIO
La selva, il colle, il prato;
Ogni soggiorno ingrato
48M’annoia ancor con te.
Odi s’io son sincero;
Ancor mi sembri bella,
Ma non mi sembri quella
52Che paragon non ha.
E (non t’offenda il vero)
Nel tuo leggiadro aspetto
Or vedo alcun difetto
56Che mi parea beltà.
Quando lo stral spezzai
(Confesso il mio rossore)
Spezzar m’intesi il core,
60Mi parve di morir.
Ma per uscir di guai,
Per non vedersi oppresso,
Per racquistar sè stesso
64Tutto si puo sofFrir.
Nel visco, in cui s’avvenne
Quell’augellin talora,
Lascia le penne ancora,
68Ma torna in libertà:
Poi le perdute penne
In pochi dì rinnova;
Cauto divien per prova,
72Nè più tradir si fa.
So che non credi estinto
In me l’incendio antico,
Perchè ìi spesso il dico,
76Perchè tacer non so:
Quel naturale istinto,
Nice, a parlar mi sprona,
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