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ALESSANDRO MANZONI
243Ai campi eterni, al premio
Che i desideri avanza,
Dov’è silenzio e tenebre
246La gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
249Scrivi ancor questo, allegrati;
Chè più superba altezza
Al disonor del Golgota
252Giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
Sperdi ogni ria parola:
255Il Dio che atterra e suscita,
Che affanna e che consola,
Sulla deserta coltrice
258Accanto a lui posò.
306 | Marzo, 1821 |
Volti i guardi al varcato Ticino,
Tutti assorti al nuovo destino,
4Certi in cor dell’antica vertù,
Han giurato: ‘ Non fia che quest’onda
Scorra più tra due rive straniere;
Non fia loco ove sorgan barriere
8Tra l’Italia e l’Italia, mai più! ’
L’han giurato: altri forti a quel giuro
Rispondean da fraterne contrade,
Affilando nell’ombra le spade
12Che or levate scintillano al sol.
Già le destre hanno strette le destre;
Già le sacre parole son porte:
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