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ENZO, RE
Infra la mente pura,
Che ’l pregar mi varría,
8Vedendo lo mio umile gecchimento.
E dico: Ahi! lasso, spero
Di ritrovar mercede,
11Certo ’l meo cor nol crede:
C’io sono isventurato
Più ch’uomo innamorato;
14Solo per me Pietà verría crudele.
Crudele e dispietata
Sería per me Pietate,
E contra sua natura,
18Secondo ciò che mosso ha ’l meo distino,
E Mercede adirata,
Piena d’impietate.
I’ ho cotal ventura
22Che pur disservo a cui servir non fino.
Per meo servir non veio
Che gio’ mi se n’accresca;
25Anzi mi si rinfresca
Pena e dogliosa morte
Ciascun giorno più forte:
28Ond’eo perir sento lo meo sanare
Ecco pena dogliosa
Che ne lo cor m’abbonda,
E spande per li membri,
32Sì che a ciascun ne ven’ soverchia parte.
Giorno non ho di posa,
Come nel mare l’onda:
Core, che non ti smembri?
36Esci di pene, e dal corpo ti parte:
Ch’assai val meglio un’ora
Morir, che ognor penare,
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