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GIACOMO LEOPARDI
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
35E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
40Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
45La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d’amore.
Anche peria fra poco
50La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negâro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell’età mia nova,
55Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l’amor, l’ opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte delle umane genti?
60All’apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
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