Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/520

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GIOSUÈ CARDUCCI

          Sta ne la notte la còrsa Niobe,
          Sta su la porta donde al battesimo
          Le uscìano i figli, e le braccia
          52Fiera tende su ’l selvaggio mare:

          E chiama, chiama, se da l’Americhe,
          Se di Britannia, se da l’arsa Africa
          Alcun di sua tragica prole
          56Spinto da morte le approdi in seno.


339 Miramar
O
MIRAMARE, a le tue bianche torri

Attedïate per lo ciel piovorno
          Fòsche con volo di sinistri augelli
          4Vengon le nubi.

          O Miramare, contro i tuoi graniti
          Grige dal torvo pelago salendo
          Con un rimbrotto d’anime crucciose
          8Battono l’onde.

          Meste ne l’ombra de le nubi a’ golfi
          Stanno guardando le città turrite,
          Muggia e Pirano ed Egida e Parenzo,
          12Gemme del mare;

          E tutte il mare spinge le mugghianti
          Collere a questo bastïon di scogli
          Onde t’affacci a le due viste d’Adria,
          16Rocca d’Absburgo;

          E tona il cielo a Nabresina lungo
          La ferrugigna costa, e di baleni
          Trieste in fondo coronata il capo
          20Leva tra’ nembi.

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