Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
GIOSUÈ CARDUCCI
E folgorante il sol rompea da’ vasti
Boschi su ’l mar. Del profugo a la mente
Ospiti batton lucidi fantasmi
32Dal paradiso:
Mentre, dal giro de’ brevi archi l’ala
Candida schiusa verso l’orïente,
Giubila il salmo In exitu cantando
36Israel de Aegypto,
Itala gente da le molte vite,
Dove che albeggi la tua notte e un’ombra
Vagoli spersa de’ vecchi anni, vedi
40Ivi il poeta.
Ma su dischiusi tumuli per quelle
Chiese prostesi in grigio sago i padri,
Sparsi di turpe cenere le chiome
44Nere fluenti
Al bizantino crocefisso, atroce
Ne gli occhi bianchi livida magrezza,
Chieser mercè de l’alta sterpe e de la
48Gloria di Roma.
Da i capitelli orride forme intruse
A le memorie di scalpelli argivi,
Sogni efferati e spasimi del bieco
52Settentrïone,
Imbestïati degeneramenti
De l’orïente, al guizzo de la fioca
Lampade, in turpe abbracciamento attorti,
56Zolfo ed inferno
530 |