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GUIDO CAVALCANTI
La qual mi fece questa foresetta
I’ dissi: ‘ E’ mi ricorda che ’n Tolosa
40Donna m’apparve accordellata istretta,
La quale Amor chiamava la Mandetta:
Giunse sì presta e forte
Che ’n fin dentro a la morte
44Mi colpir gli occhi sui.’
Vanne a Tolosa, ballatetta mia,
Ed entra quetamente a la Dorata:
Ed ivi chiama che per cortesia
48D’alcuna bella donna sia menata
Dinanzi a quella, di cui t’ò pregata:
E s’ella ti riceve,
Dille con voce lieve:
52‘ Per merzè vegno a vui.’
Sonetti
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Bell’ e gentil, d’onestà leggiadra,
Tanto è diritta e simigliante cosa,
4Ne’ suoi dolci occhi, de la donna mia,
Ch’è fatta dentro al cor desiderosa
L’anima in guisa, che da lui si svia
E vanne a lei; ma tant’è paurosa,
8Che non le dice di qual donna sia.
Quella la mira nel su’ dolce sguardo,
Ne lo qual face rallegrar amore,
11Perchè v’è dentro la sua donna dritta,
Poi torna piena di sospir nel core,
Ferita a morte d’un tagliente dardo
14Che questa donna nel partir li gitta.
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