Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/93

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DANTE ALIGHIERI

               Dico: ‘ Qual vuol gentil donna parere
               Vada con lei; chè quando va per via,
               Gitta ne’ cor villani Amore un gelo,
               Per che ogni lor pensiero agghiaccia e père.
               35E qual soffrisse di starla a vedere
               Diverria nobil cosa, o si morría:
               E quando trova alcun che degno sia
               Di veder lei, quei prova sua virtute;
               Chè gli avvien ciò che gli dona salute,
               40E sì l’umilia, che ogni offesa obblia.
               Ancor le ha Dio per maggior grazia dato.
               Che non può mal finir chi le ha parlato. ’
          Dice di lei Amor: ‘ Cosa mortale
               Come esser può sì adorna e sì pura? ’
               45Poi la riguarda, e fra sè stesso giura
               Che Dio ne intende di far cosa nuova.
               Color di perla quasi informa, quale
               Conviene a donna aver, non fuor misura:
               Ella è quanto di ben può far natura;
               50Per esempio di lei beltà si prova.
               Degli occhi suoi, come ch’ella gli muova,
               Escono spirti d’amore infiammati,
               Che fieron gli occhi a qual, che allor gli guati,
               E passan sì che ’l cor ciascun ritrova.
               55Voi le vedete Amor pinto nel riso,
               Ove non puote alcun mirarla fiso.
          Canzone, io so che tu girai parlando
               A donne assai, quando t’avrò avanzata:
               Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata
               60Per figliuola d’Amor giovane e piana,
               Che là ove giugni, tu dichi pregando:
               ‘ Insegnatemi gir; ch’io son mandata
               A quella, di cui loda io sono ornata. ’


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