Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/460

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LIBRO TERZO 4,! filosofia, la matematica, la storia (in quanto è ricerca delle cose avvenute), le antichità, ed altri somiglianti generi di dottrina, co’ quali l’uom si prefigge di giugnere allo scoprimento di una verità non ancor conosciuta. Alle seconde appartengono l’eloquenza, la poesia, la Pittura, la scultura, l’architettura, nelle quali l’immaginazione usa ogni sforzo per giugnere a quel bello che alla lor perfezione è richiesto. Or io penso che la riferita geometrica predizione possa avverarsi nelle seconde solamente, non nelle prime. Nelle scienze v’ha luogo all’errore, finchè esse non son giunte alla lor perfezione, cioè finchè non è scoperta ed accettata la verità. Ma quando ciò accada, parmi che non vi sia luogo a decadimento, purchè non si dimentichino i fondamenti a cui la verità si appoggia. Svolgiamo questo pensiero con qualche pratica riflessione. Quanti errori si sono anticamente spacciati sull’orrore del voto! Molti fenomeni della natura se ne credevano essere un necessario effetto. Questa parte di scienza non era ancor giunta alla sua perfezione. Ma finalmente vie giunta, e mille diverse sperienze ci hanno evidentemente dimostrato che i fenomeni che si attribuivano all’orrore io pure spiegata la cosa in somigliante -maniera. Rileggendo però ciò che io ho scritto in questo c in altri passi della mia Storia , couosco che non ho spiegato abbastanza il mio sentimento, c mi compiaccio di aver con ciò data occasione a questo dotto scrittore di mettere in tanto miglior luce l’accennata questione. Vedi la nota seguente.