Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/561

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XXIX. Errori intorno a ciò <i«1 Mout lidi. 5,2 parte terza a sostituirne uno migliore. Finalmente l’anno 590) essendo censore Q. Marcio Filippo, questi uno più esatto ne fece formare, e vicino alI altro il pose, di che il popolo fu sommamente lieto. Ma l’orologio era tale, come necessariamente doveva, che se il sole si stava ascoso tra le nubi, i Romani non potevan conoscere qual ora corresse; finchè l’anno 595 Scipione Nasica censore cominciò ad usare degli orologi ad acqua. Tutto ciò da Pliifio. XXIX. Non posso qui dissimulare gli errori che a questo luogo ha commessi il Montucla (Hist. des Math. t. 1. p. 407, 408), il quale(. allega questo medesimo passo di Plinio, ma ne travolge il senso per modo, ch’io non so intendere come uno scrittore sì dotto e diligente, quale ci si mostra , abbia potuto in poche linee radunar tanti falli. Plinio reca le due diverse opinioni di Fabio e di Varrone , il primo de’ quali attribuisce a Papirio, 1 altro a Messala il primo orologio solare; e il Montucla dice che Messala sostituì l’orologio preso in Catania a quel di Papirio. Plinio dice che questo poco esatto orologio durò annis undecentum; e il Montucla traduce undici anni. Plinio dice che Q. Marcio censore l’anno 590 ne formò uno più esatto: e il Montucla trasmuta il censore in console , e l’anno 590 nell’anno 275. Plinio finalmente dice che nel prossimo lustro, cioè cinque anni dopo, Scipione Nasica cominciò ad usare gli orologi ad acqua; e il Montucla cambia il lustro in un secolo, dicendo che circa un secolo dopo Scipione Nasica introdusse l’uso di detti orologi. Io rilevo