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122 Libro

chi un passo di Tacito. Questi parla di un C. Petronio (l. 16 Ann. c. 18, ec.) di cui forma il carattere come d’uomo dato interamente a’ piaceri 7 ma di una maniera più fina e più dilicata che la più parte de’ Romani a quel tempo: Illi dies per somnum, non officiis et oblectamentis vitae transigebatur. Utque alios industria, ita hunc ignavia ad famam protulerat; habebaturque non ganeo et profligator , ut. plerique sua haurientium, sed erudito lu.ru. l)i lui prosiegue a dire, che fatto proconsole della Bitinia, e poscia console, mostrò vigore e abilità neir amministrazion degli affari che gittatosi poscia di nuovo a’ vizj e all’imitazione de’ costumi della corte, fu da Nerone ricevuto tra’ pochi suoi famigliari., e fatto soprintendente a’ piaceri, poichè Nerone ni una cosa riputava dilettevole e dolce , se non l avesse approvala Petronio. Questo è il carattere che di Petronio ci ha lasciato Tacito, a cui veggasi quanto sia conforme quello che a suo talento ne ha formato l’altre volte mentovato ab. Longchamps (Tabl. hist des gens de lettr. t. 1, p. 75), il quale fondato su questo’ stesso passo di Tacito ci rappresenta Petronio come uomo che sapesse unire lo studio a’ piaceri, e che in questi non oltrepassasse mai i confini della grazia e della delicatezza. Il favore di cui godeva Petronio presso Nerone, risvegliò l’invidia di Tigellino. come siegue a narrare Tacito, da cui fu accusato come complice di congiura. Petronio, avutane contezza, prese la risoluzione frequente allor tra’ Romani di uccidersi} e segossi le vene, ma per modo che fermando