Francese parimenti il vuole lo Spon (Miscell.
Erud. p. 208); ma sull’autorità di una lapide
scoperta l’anno 1560 crede che ei fosse nativo
di un villaggio della diocesi di Sisteron detto
Petruis, latinamente Vicus Petronis. Io penso
che l’una e l’altra sentenza non sia così facile
a provarsi, come sembra a’ sostenitori di essa;
e, non ostante l’autorità di Sidonio e la lapida
dello Spon, molti vogliono che Petronio fosse
romano. Romana certamente era la famiglia de’
Petronj; e se il nostro scrittore nacque nelle
Gallie, ciò dovett’essere o a caso, o per alcuno de’ suoi maggiori colà trasportato (10).
XX. Rimane a dir qualche cosa de’ frammenti di Petronio. L’opera di questo scrittore
era tronca, imperfetta e ad ogni passo mancante. Marino Statilio trovò a Traw in Dalmazia sua patria un assai lungo frammento in
cui tutta descrivesi la cena di Trimalcione, e
alle preghiere di molti pubblicollo in Padova
l’anno 1664, e nell’anno stesso fu ristampato
in Parigi. Ed ecco levarsi subito un furioso
contrasto sull’autenticità di tale (frammento.
Adriano Valesio, Gian. Cristoforo Wagenseil,
ed altri di minor nome gridarono all’impostura,
o all’errore. Lo Statilio valorosamente sostenne
(<7) Il oh. co. Giovio ricorda una lapida trovala presso
Como, in cui si fa menzione di un Petronio, e vuol
perciò che qualche diritto abbiano ancora i Comaschi
ad annoverar tra loro questo scrittore (Gli Uomini
111. Comaschi, p. i"5). Qualunque sia questo diritto,
esso sarà forse di ugual peso a quello che altre città
posson recare in lor favore.