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126 Libro

Francese parimenti il vuole lo Spon (Miscell. Erud. p. 208); ma sull’autorità di una lapide scoperta l’anno 1560 crede che ei fosse nativo di un villaggio della diocesi di Sisteron detto Petruis, latinamente Vicus Petronis. Io penso che l’una e l’altra sentenza non sia così facile a provarsi, come sembra a’ sostenitori di essa; e, non ostante l’autorità di Sidonio e la lapida dello Spon, molti vogliono che Petronio fosse romano. Romana certamente era la famiglia de’ Petronj; e se il nostro scrittore nacque nelle Gallie, ciò dovett’essere o a caso, o per alcuno de’ suoi maggiori colà trasportato (10). XX. Rimane a dir qualche cosa de’ frammenti di Petronio. L’opera di questo scrittore era tronca, imperfetta e ad ogni passo mancante. Marino Statilio trovò a Traw in Dalmazia sua patria un assai lungo frammento in cui tutta descrivesi la cena di Trimalcione, e alle preghiere di molti pubblicollo in Padova l’anno 1664, e nell’anno stesso fu ristampato in Parigi. Ed ecco levarsi subito un furioso contrasto sull’autenticità di tale (frammento. Adriano Valesio, Gian. Cristoforo Wagenseil, ed altri di minor nome gridarono all’impostura, o all’errore. Lo Statilio valorosamente sostenne (<7) Il oh. co. Giovio ricorda una lapida trovala presso Como, in cui si fa menzione di un Petronio, e vuol perciò che qualche diritto abbiano ancora i Comaschi ad annoverar tra loro questo scrittore (Gli Uomini 111. Comaschi, p. i"5). Qualunque sia questo diritto, esso sarà forse di ugual peso a quello che altre città posson recare in lor favore.