Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/165

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128 Libro

XXII. Notule Persio. consiglio di alcuni amici affrettossi a pubblicarlo; nè di ciò contento, il tradusse in francese e col testo latino a canto il die’ alle stampe l’anno 1694 colla data di Colonia, che fu poi seguita da altre edizioni. Ma questo nuovo codice fu poco favorevolmente accolto, e appena vi ebbe chi nol credesse supposto. M. Breugiere de Barante pubblicò, senza palesare il suo nome, alcune osservazioni contro di esso5 e il Nodot con molto calore scrisse in sua difesa. Ma egli non potè persuadere alcuno} e non vi ha al presente chi non pensi il ritrovamento del codice di Belgrado essere stato una pura finzione. Chi bramasse intorno a tutto ciò più esatte notizie, potrà vedere gli autori poc’anzi da noi citati, e inoltre la Biblioteca Francese dell’ab. Goujet (t. 6, p. 196), e le Memorie dell’ab. d’Artigny, che di ciò che accadde intorno a’ frammenti di M. Nodot, parla assai diligentemente (t. 1,. p. 346). A me pare di essermi su questo autor trattenuto più ancora che non facea di mestieri. XXII. Più brevemente avremo a favellare di Aulo Persio Flacco, perchè più certe son le notizie’ che di lui abbiamo. Una Vita di questo poeta leggesi tra f opere di Svetonio: da altri nondimeno ad altri si attribuisce; e Gian Giorgio Schelhornio ha pubblicata (Amoen. Liter. t. 10, p. 1103) un’erudita dissertazione di Gian-Jacopo Breitingero, il quale sostiene e con assai buone ragioni dimostra l’autore di questa vita essere un antico interprete di Persio , che da altri si dice Cornuto , da altri Probo. Il presidente Bouhier nelle note