Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/172

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¿ella Vita il dica poeta di Nerone. Ma per lungo tempo , cioè per circa alil i \o anni, ei non fece pubblica alcuna delle sue Satire, poichè il medesimo scrittor della Vita racconta che quando egli recitolle pubblicamente, fu mandato in esilio, e che avea allora ottant’anni. Ciò dunque dovette accadere verso l’anno 120 che era il quarto di Adriano. Paride non era certo allor vivo) e in fatti lo scrittor della Vita non dice che Giovenale per aver motteggiato Paride fosse rilegato, come da’ posteriori scrittori si è comunemente pensato; ma perchè si credè che sotto la figura e il nome di Paride avesse adombrati i tempi allora correnti: quasi tempora figurate notasset Molti passi delle Satire di Giovenale ci rendono evidente questa opinione. Egli parla di Domiziano come d’imperadore stato ne’ tempi addietro; Cum jam semianimum laceraret Flavius orbem Ultimus, et calvo serviter Roma Neroni. sat. 4 -, v- 37. E al fine della satira stessa parlando del medesimo Domiziano: Sed periit, postquam cerdonibus esse timendus Coepit. ib. v. 155. Aggiungansi i tremuoti de’ quali egli fa menzione (sat. 6, v. 410), che sembrano que’ medesimi che nelle storie si leggono seguiti a’ tempi di Traiano. Ma sopratutto a dimostrare la verità di questa opinione è chiarissimo il passo ove Giovenale dice che sessant’anni eran già corsi dopo il consolato di Fouleio: