materia di lodare veracemente (què che ora fioriscono Perciocchè uomini di grande ingegno
son quelli che ora illustrano il foro; e gli
avvocati già consumati gareggiano cogli antichi,
e i giovani coraggiosamente si addestrano a
seguirne i più luminosi esempj. Così Quintiliano sfugge saggiamente il pericolo di nominare gli oratori ancor vivi, e con una general
lode comprende tutti, egli che pure altre volte,
come abbiamo veduto, mostra di ben conoscere quanto f eloquenza a’ suoi tempi fosse
dall’antica sua forza e maestà decaduta. Altri
ancora poi troviamo in diverse occasioni nominati dagli scrittori di questa età, e detti
oratori colti, eloquenti e forti: ma poco giova
il tessere una lunga serie di nomi e di titoli,
non avendo cosa alcuna fra le mani da cui
poter giudicare del! vero carattere della loro
eloquenza. Bastimi dunque accennare i nomi
di Mamerco Scauro, cui Tacito chiama il più
eloquente oratore a’ tempi di Tiberio (Ann.
l. 3, c. 31, 66; l. 6, c. 39), ma insieme infamia
e obbrobrio dei suoi illustri antenati, e che
poscia accusato di gravi delitti da se medesimo si die’ la morte; rii Giulio Grecino (Tac.
in Vita Agric.; Sen. de Benef. l. 2) ucciso da
Caligola, perchè ricusò fermamente di accusare
Silano; di Vozieno Montano rilegato da Tiberio nell1 Isole Baleari (Tacit Ann. I c. 42 >’
Euseb. Chron.); di Pompeo Saturnino, quel
medesimo che tra’ poeti abbiam nominato (Plin.
l. 1, ep. 16), de’ quali gli allegati scrittori parlano come di famosi oratori. Altri se ne posson
vedere nominati da Seneca nelle sue Controversie.