Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/303

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n66 libro della filosofia, e la fermezza con cui già da tant’anni apparecchiavansi a sostener le sventure.? Esser ben nota la crudeltà di Nerone; e dopo avere uccisi la madre e il fratello, altro non rimanergli che l’uccidere ancora il suo aio e maestro. Poichè a tutti ebbe così favellato , abbraccia la moglie, e. inteneritosi alquanto la prega e la scongiura a moderare e raffrenare il dolore, e a consolarsi della perdita del marito colla memoria della virtuosa vita da lui menata. Ma ella si dichiara risoluta a morire, e chiede un carnefice che la uccida. Seneca allora e per brama ch’ella si acquistasse tal gloria, e per timore di lasciarla esposta al furor de’ malvagj, io vi avea mostrato, le dice, come addolcire la vita; ma voi preferite alla vita un onorevole morte; io non vel divieto: moriamo amendue con uguale coraggio, e Voi con gloria ancora maggiore. Ciò detto, si fanno al medesimo tempo aprire le vene. Seneca era per la vecchiezza e per la sobrietà del vivere stenuato al sommo; e uscendogli perciò il sangue assai lentamente , alle gambe ancora e a’ garretti si fece aprire le vene. Crescendogli allora i dolori, e temendo che la presenza della moglie e la vicendevole vista de’ lor tormenti potesse fiaccare il coraggio di amendue, la persuase a ritirarsi in altra stanza. Ed egli, eloquente ancora in quell’estremo , chiamati alcuni copisti, dettò loro quelle parole che a tutti son note, e ch’io perciò tralascio di qui recare. Ma Nerone, sì perchè non avea alcun odio contro Paolina , si per non rendersi più odioso colla sua crudeltà, comanda