Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/405

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V. Biblioteca P’pia tliTra368 - LIBRO alle romane biblioteche, si attribuisce conni,nemente a Domiziano. Questi, a cui per altro dee assai poco la romana letteratura, si diè gran pensiero, come narra Svetonio (in />o/?i/£§ c. 20) , di rinnovare le biblioteche dall’incen-J dio distrutte 5 e non solo raccolse con grande® spesa e da ogni parte quanti libri potè tro-J vare, ma spedì uomini dotti fino in Alessandria, dove allora fiorivan gli studj, perchè vi faces-B sero copia de’ libri che ivi trovassero. E pare # che la Palatina biblioteca singolarmente fosse. quella al cui ristoramento pensò Domiziano; 1 poiché essendo probabile assai che essa fosse® incendiata sotto Nerone, veggiamo ciò non ostante che se ne fa menzione ancora da’ posteriori scrittori. Giusto Lipsio crede ancor probabile (Syntagma de Biblioth. c. 7) che al medesimo Domiziano si debba attribuire la biblioteca del Campidoglio, che poscia, regnando Commodo, fu per incendio distrutta. Ma vedremo tra poco che più verisimilmente deesi credere che ne fosse fondatore Adriano. V. Trajano ancora segnalò in questo la sua magnificenza colf aprire una nuova biblioteca che dal suo nome fu detta Ulpia. Pare che di questa biblioteca si faccia menzione in una medaglia di Trajano riferita dal conte. Mezzabarba (Imper. Roman. Numi sui. p. 160); ma l’esserne in parte smarriti i caratteri non lascia accertarne il senso. Più chiaramente vedesi in un’altra medaglia nominata la basilica Ulpia (ib.) a cui la biblioteca dovea essere annessa. Di essa fanno pure menzione e Gellio che rammenta gli editti degli antichi pretori che ivi