Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/54

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preliminare 17

alla mutazione di clima? Già si è mostrato di sopra, quanto ciò sia insussistente. Reca in secondo luogo il decadimento seguito dopo la morte di Augusto. Caligola., dice egli (p.212), Nerone, Domiziano non facevano cadere il lor crudele umore sopra uomini dotti. Lucano il solo letterato distinto, continua egli, che sia stato ucciso a quel tempo, fu ucciso come cospiratore, non come poeta; dal che egli trae che non può il decadimento degli studj ascriversi alla crudeltà e al furor di que’ mostri che a quei tempi regnarono. Ma è egli possibile che l’ab. du Bos scrivendo tal cosa non siasi almen ricordato di Cremuzio Cordo e di Seneca, costretti l’un da Tiberio, l’altro da Nerone, a darsi la morte? E Lucano stesso non gittossi , egli disperatamente tra’ congiurati, perchè Nerone vietato aveagli di pubblicare in avvenire le sue poesie? E non basta egli scorrere velocemente Svetonio, Tacito e Dione, per vedere quanti oratori, filosofi, storici e poeti ricevessero da Tiberio, da Caligola, da Nerone, da Domiziano ingiusta morte? Noi ancora dovrem tra poco vederlo. Ma essi non furono uccisi perchè fossero dotti, ma perchè rei di qualche delitto. E qual tiranno vi è stato mai che abbia condannato a morte alcuno perchè uom dotto? Ma se ogni parola che da un oratore si proferisca, ogni verso che scrivasi da un poeta, si travolge a senso sedizioso e reo, come facevasi da’ mentovati imperadori, è egli possibile che gli studj siano con piacere e con ardor coltivati? TiRABoscm, Voi. 11. ot