Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/609

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Vili. Coltiva e promuove gli studi. 5^2 LIBRO persuasi delle eroiche virtù di Giuliano, a leggere ciò che di lui scrive tra gli altri il Tillemont (Hist. des Emper. in Jul. art. 29, 30), il quale non afferma già autorevolmente, come altri fanno, ma coll’autorità degli stessi scrittori idolatri dimostra che tali virtù non furon poi in quel grado sì eccelso a cui da alcuni sono state innalzate. Veggasi ancora la bella Vita che ne ha scritta l’ab. de la Bletterie, e l’anonimo autore della Storia dell’Eclettismo , che esamina e ribatte (t 1, art. 9) ciò che di Giuliano hanno scritto gli Enciclopedisti (t. art. Eclectisme). Nemmeno io debbo parlar delle opere che di lui ci sono rimaste; poichè egli non fu italiano, ma oriondo dalla Dardania, e nato a Costantinopoli, e in Atene fece per lo più i suoi studj. Io debbo dunque cercar solamente ciò che egli nel breve suo impero fece a pro delle lettere , e le leggi che da lui a tal fine furono pubblicate, poichè essendo egli imperadore dell’Oriente insieme e dell’Occidente , queste si stesero ed ebbero vigore ancor nell’Italia. VIII Egli uomo di vivace ingegno e coltivator diligente de’ buoni studj, pensò ancor saggiamente a’ mezzi onde farli fiorire felicemente. E prudentissima fu la legge da lui pubblicata che leggesi nel Codice di Giustiniano (l. 10, tit. 52, lex 7). I professori, dice egli, e maestri degli studj conviene che siano rinnomati prima pe’ loro costumi, e poscia ancora per V eloquenza. Ma perchè a tutte le città io non posso esser presente, comando che chiunque vuole insegnare, non accingasi