Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/168

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PRIMO IO7 nella stessa città fabbricato insieme co’ portici che il circondavano, delle quali fabbriche fatte già in,Ravenna troviamo anche menzione nelle Lettere di Cassiodoro (l. 1 Var. ep. (6; l. 3, ep. 9); il palazzo pure e le terme fatte in Verona, e un lungo portico che dalla porta della città conduceva al detto palazzo, e un antico acquedotto ivi ancor rinnovato, e le nuove mura di cui aveala circondata; nuove mura parimenti e palazzo e terme e anfiteatro da lui fabbricati in Pavia; e più altre città finalmente da lui in somigliante maniera abbellite ed ornate. Paolo Diacono aggiugne ancora (De Gestis Long. l. 4, c. 22) ch’egli soleva passare il tempo di state nel nobil borgo di Monza presso Milano, allettato dalla salubrità dell’aria non meno che dall’amenità del sito, ed è perciò verisimile che ivi pure ei lasciasse alcun monumento della regia sua munificenza. Perchè non ebbe l’Italia per più secoli ancora sovrani barbari sì e stranieri , ma in questa parte somiglianti al gran Teodorico? Ella non avrebbe avuto a piangere la rovina e la perdita di tanti egregi monumenti che dal furore delle guerre che venner dopo, le furon rapiti. IV. Prima d’innoltrarci nella storia dell1 arti di questa età, vuolsi qui accennar qualche cosa de’ cambiamenti che soffrì in essa f architettura. 11 eli. Muratori si sdegna contro coloro che rimirano i Goti come nemici dell’arte, e distruttori dei più bei monumenti (Diss. sopra le Antich. ital. t. 1, ai ss. 23, 24)- E certo io non so intendere come il dotto P. ab. Angelo della Noce potesse scrivere (in not. ad Leon, osliens.