Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/250

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SECONDO I89 dato clic qualche tempo appresso. L’Argelati attribuisce questa lettera al medesimo S. Mansueto (Bibl. Scr. med. t. 7, pars 1, p. 850). Pare ch’egli avrebbe dovuto accennare il sentimento di Paolo Diacono che chiaramente l’attribuisce a Damiano, o almeno indicarci su quai fondamenti egli pensasse di doverne far autore il medesimo arcivescovo. Così fa pure il ch. Sassi (Series Archiep. mediol, t. 1, p. 239) il quale non ne arreca altro argomento, se non quello che abbiam noi pure accennato, cioè che Damiano era allor semplice sacerdote. Ma non poteva forse Mansueto e il sinodo tutto valersi di un semplice sacerdote per iscrivere in lor nome una lettera? Abbiamo però altre pruove del sapere di S. Mansueto, perciocchè il P. Montfaucon cita alcune sue opere manoscritte, ma senza dichiarare su qual argomento esse siano (Bibl. MSS. t. 1, p. 685). Di S. Natale arcivescovo di Milano ci narra il medesimo Argelati (l. cit p. 990), che fu uom dotto nella latina, nella greca e nell’ebraica favella, il che a questi tempi era da aversi in conto poco meno che di prodigio; e aggiugne ch’egli scrisse un libro contro degli Arriani. Ci giova credere che una tal tradizione della chiesa milanese, a cui esso si appoggia, non sia priva di buon fondamento, e il Sassi in fatti ne cita in pruova gli antichi catalogi de’ vescovi di quella chiesa (l. cit. p. 250). Egli tenne quella sede dall’anno 739 fino al 764. XXII. F ra’ monaci ancora vi furono alcuni che coltivarono a questi tempi gli studj sacri; K e un monastero singolarmente si rendette sopra n