Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/472

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QUARTO ^•• nel xu secolo, ciò prova soltanto ch’ivi era studio di leggi , come era ancora in all re città, non già di tutte le altre scienze. Ma dello studio di leggi non è qui tempo di ragionare. Non vi ha dunque monumento sicuro che ci dimostri uno studio generale in Piacenza di questi tempi, benchè per altro, come osserva il dottiss. proposto Poggiali (Stor, di Piac t. 3, p. 217), qualche rara menzione si trovi prima d’Innocenzo IV di scuole, di maestri e di studenti piacentini. La maniera però con cui il Ripalta ragiona di questo studio, ci fa vedere che ancor non si era adottata l’opinione che poscia si sparse, e che ancor dal Sigonio fu sostenuta (De Regno Ital. l. 7), cioè che Ottone III l’anno 996 con un suo amplissimo privilegio fondasse l’università di Piacenza: opinione , come osserva il soprallodato Poggiali , non appoggiata ad alcun fondamento, anzi conibattuta abbastanza e distrutta anche dal solo silenzio de’ più antichi scrittori, e del Ripalta singolarmente, a cui troppo opportuna occasione erasi offerta di vantare un tal privilegio. Lo stesso dicasi dello studio di Napoli, che vedesi nominato in una lettera del celebre Pietro Blesense circa la metà del XII secolo (ep. ìj.’t), in cui egli consola i giovani che frequentavano quelle scuole, per la morte del lor maestro Gualtero. Ma questa lettera, e due altre che seguono di somigliante argomento, trovansi ancor tra quelle di Pier delle \ igne segretario di Federigo II nel secolo seguente; e la mai:"era di scrivere apertamente ci mostra che a questo secondo si debbono attribuire, e non al primo: