Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/481

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4^0 MURO vescovo d! Italia. Così questi dotti autori. Ma io trovo bensì che Fulberto in (quella lettera dice di essere stato da quel vescovo ne’ primi anni educato: sum namque, divina procurante gratia, disciplinae tuae vernaculus a puero; che ei fosse nato in quella città medesima, non ne trovo alcun cenno. Onde poi raccolgono i Maurini, ch’essa non sia scritta ad alcun vescovo italiano? lo confesso che comunque l’abbia più volte letta, non vi scorgo una sillaba per cui si possa ciò asserire. JJ espressioni sono sì generali, che posson convenire ugualmente a un vescovo ancor della Russia. Come dunque affermare che non è men certo eli1 essa non è scritta ad alcun vescovo d’Italia? Non potrei io dire alla stessa maniera che è certo eh1 essa 11011 è scritta ad alcun vescovo della Francia? Ma a me basta il riflettere che da essa non si può ricavare di qual paese fosse il vescovo a cui essa è indirizzata; e che in conseguenza nè i Maurini han recato ragione alcuna che pruovi Fulberto essere stato francese, nè hanno atterrate quelle che rendon probabile ch’ei fosse italiano. III. Io ho voluto stendermi alquanto su ciò che appartiene alla patria di Fulberto, per vendicare all’Italia un onore che senza ragione da alcuni le è stato tolto. Ma non contrasterò già a’ Francesi la gloria di annoverarlo tra’ loro; poichè egli veramente e nella Francia fece almeno in parte i suoi studj sotto la direzione del celebre Gerberto, di cui nel precedente libro si è ragionato, e in Chartres aprì una celebre scuola in cui egli venne formando molti