Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/507

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XVI!. Lodolfo rl-i Knrvrit ,e Bernard" da Pi>a profes»••ri di troin Par.fci. 44() unno • li confermarla. Non posso però dissimulare che abbiam noi pure due aulii hi scrittori che il dicono italiano. Uno è Tolomeo da Lucca. che fu contemporaneo di Enrico di Gand, benchè alquanto a lui posteriore: Floruit magister Petrus Manducator qui et Comestor appellatur... Hic genere lombardus, ec. Script rer. ital. vol. 11} p. 11 ia) L altro « Benvenuto da Imola , che ne’ suoi Comenti su Dante dice: Iste; Petrus Comestor fuit lombardus (Antiq. Ital. t. 1 , p. 1:167). lt*e ess‘ possono bastare a distruggere l’autorità di Enrico di Gand, o se forse essi non asseriscono che Pietro Mangiator fu lombardo, appoggiati alla favola popolare da noi rigettata poc’anzi, io ne lascio ad altri la decisione. XVII. Un altro professore certamente italiano ebbe P università di Parigi, non ugualmente famoso, ma alquanto più antico ] cioè Lodolfo, detto da altri Leudaldo. In una lettera della celebre Eloisa al suo Abailardo egli ancora è detto lombardo (Ap. Bulaeum Hist. Univ. Paris. t. 2, p. 753). Ma Otton da Frisinga scrittor del medesimo secolo più espressamente il dice novarese (De Gestis Frider. l. 1, c. 47). Egli venuto in Francia tenne per alcuni anni scuola di teologia in Rheims; e insieme con Alberico maestro nella stessa città levossi prima di ogni altro contro gli errori di Abailardo, il che dovette avvenire, come osservano i Maurini autori della Storia letteraria di Francia (t. 9, p. 33), innanzi all’anno 1121. Che avvenisse poi di Lodolfo, non ci è giunto a notizia. Ma ciò che ne abbiamo accennato, basta ad