Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/596

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QUARTO 535 medesima de1 caratteri che in essa si veggono. Ivi ella non è scritta a foggia di versi, ma tutta di seguito come prosa. Io la recherò qui, qual è stata pubblicata dal Quadrio, divisa, come sembra richiedere quel qualunque metro , in cui è scritta. De favore isto Gratias refero Christo. Factus in Festo Serenae Sanctae Mariae Magdalenae, Ipsa pecidiai iter adori Ad Di •lini prò me peccatori. Con lo meo cantare Dallo vero narrare Nullo ne diparto. Anno milesimo Christi Salute centesimo Octuagesimo quarto. Cacciato da Veltri A furore per quindi eltri Mugellani cespi un Cervo Per li corni ollo fermato. Ubaldino Genio anticato Allo Sacro Imperio Servo Uco piede ad avacciarmi Et con le mani aggrapparmi A Ili corni suoi d’un tratto. Lo magno Sir Fedrico Che scorgeo lo ’ntralcico Acorso lo svenò di fatto. Però mi feo don della Cornata, fronte bella. Et per le ramora degna. Et vuole che la sia De la Prosapia mia Gradiuta insegna. Lo meo Padre è Ugicio, E Guarento Avo mio Già d’Ugicio, già d’Azo , Dello già Ubaldino, Dello già Gotichino. Dello già Luconazo.