Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/647

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VI. A qua) occasione «li scrivessero essi. 5 86 LIBRO potea facilmente accordare il nome di re degl’Inglesi; ed ecco perciò probabilmente il re a cui la scuola medesima indirizza i suoi consigli. Io certamente non veggo, a chi altri possa con miglior fondamento credersi offerta quest’opera, la qual di fatto in un codice MSS. vedesi al Re Roberto indiritta: Salernitanae Scholae versus ad Regem Robertum. (Cat. Codd. MSS. Bibl. reg. Paris, t. 4, p 295, n. 6941)VI. Il desiderio di acquistarsi nome presso il nuovo re d’Inghilterra fu forse il solo motivo che indusse la scuola salernitana ad offerirgli quest’opera. Forse ancora essa ne fu richiesta dal re medesimo. Ma quasi tutti gli autori, e i più accreditati ancor tra’ moderni, come il Giannone (l. cit.), e il Freind (Hist. Medic, p. 147, edil. P’en.), un’altra ragione ne arrecano. Raccontan essi che Roberto avea dall’assedio di Gerusalemme riportata una ferita, la quale era poscia degenerata in fistola pericolosa; che venuto a Salerno consultò que’ medici valorosi, che far dovesse a guarirne; che da essi ebbe in risposta, niun altro rimedio,avervi fuorchè il farne succhiare il veleno che vi stava nascosto; che non volendo permetter Roberto che alcun si esponesse con ciò a pericolo di perder la vita, la pietosa e coraggiosa sua moglie Sibilla, colto il tempo opportuno, mentr’ei dormiva, succhiò segretamente il veleno per modo, eli’ ei ne fu sano-; che allora Roberto prima di partire per l’Inghilterra chiese a que’ medici che gli suggerissero il metodo con cui conservare la sanità; e che essi nel soddisfecero , e perciò inserirono ancora ne’ loro versi