Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/105

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84 li mio finalmente i suddetti rettori e gli scolari di Padova a nome di tutti gli altri scolari delle loro nazioni promettono a’ messi della comunità di Vercelli, che si adopereranno sinceramente, perchè tanti scolari vadano a Vercelli, quanti ne fa d’uopo ad abitare i suddetti 500 ospizii, e perchè tutto lo studio di Padova si trasporti a Vercelli, e vi stia per lo spazio di otto anni; ma se essi nol potranno ottenere, non siam tenuti a nulla: quod bona fide sine fraude dabunt operam, quod tot scolares veniant Vercellis, et morentur ibi in Studio, qui sint sufficientes ad praedicta quingenta hospicia conduce nda, et quod universum Studium Fa due vcniel Vercellis, et moretur ibi usque ad octo annos: si tamen facere non polerint, non tene an tur. Qui dunque abbiamo i messi della città di Vercelli spediti a Padova a contrattare con que’ rettori delle pubbliche scuole l’aprimento di un nuovo studio nella loro città; abbiamo i patti che fra i rettori medesimi e i suddetti messi si stabiliscono; abbiam la promessa degli stessi rettori di usar d’ogni mezzo perchè tutto lo studio di Padova si trasferisca a Vercelli. Non è egli dunque evidente che fu tra essi trattato di trasportare a Vercelli o tutti, o almeno in gran parte i professori e gli scolari eh1 erano in Padova? Ma questo trasporto seguì egli in fatti?! Non vi ha documento che ce ne assicuri. Ma poichè, come si è detto , dall’anno 1228, in cui il suddetto trattato fu stabilito, fin verso l’anno 1260 non trovasi menzione di Università di Padova, a me sembra probabile assai che il trattato fosse eseguito r