Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/171

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l5o LIBRO opere, che il passaggio diretto all Indie pel mare era non sol possibile, ma praticabile. E poco appresso, dopo aver detto che molte cose da lui e da altri antichi viaggiatori riferite e redoansi false, soggiungono (p. 5 nota): ma quelli che poscia hanno esaminate più da vicino la storia, le scienze, la geografia di que’ paesi, hanno riconosciuto che vi era del vero in molte cose da questi viaggiatori narrate, le quali prima sembravano incredibili. XI. Sarebbe impresa da non uscirne giammai F accingersi a esaminare tutte le accuse che da molti si danno alle relazioni di Marco Polo. Gioverà nondimeno l’averne un saggio, perchè si vegga che spesso autori anche dottissimi troppo facilmente accusan altri di negligenza e di errore. Io scelgo perciò la critica che ne han fatta i moderni inglesi autori della Storia de’ Viaggi. Convien confessare, dicono essi (Hist. des Voyag, t. 27, p. 13, ec.), che le relazioni di Marco Polo son piene di errori. Veggiam quai siano i principali. I nomi sono scritti con sì poca esattezza , che spesso non si può sapere a quai luoghi appartengano; difficoltà che spesso si accresce dall affettazione eh’egli usa di dare i nomi mogolici alle provincie e alle città della Cina. Se noi avessimo l’originale di Marco, potremmo accertare com’egli avesse segnati i nomi delle città e delle provincie. Ma noi veggiamo la grandissima diversità che passa tra i diversi esemplari e manoscritti e stampati che abbiam di quest’opera; e veggi amo quanto essi sono stati guasti dall’ignoranza de’ copiatori. Perchè dunque attribuire a Marco un difetto