Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/276

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SECONDO 255 da lui composta conservasi in un codice ms. della Migliabecchiana, e il sig. ab. Zaccaria (Excursus liter. p. 229, ec.) e il sig. dottissimo Giovanni Targioni Tozzetti (Relazioni (d’alcuni Viaggi, ed. 2, t. 2, p. 58, ec.) ce ne hanno data una assai esatta descrizione. Il titolo è: Incipit Liber Abbaci compositus a Leonardo filio Bonacci Pisano in anno 1202. Narra nella prefazione Leonardo, che in età fanciullesca essendo stato condotto da suo padre a Buggia nella Barberia, nella cui dogana egli era cancelliere a nome de’ Pisani, apprese ivi a conoscere le nuove figure de’ numeri usati dagl1 Indiani, e si diè a cercare tutto ciò che su quella scienza sapevasi nell’Egitto, nella Siria, nella Grecia, nella Sicilia, ec., aggiugnendovi ancora parecchi lumi tratti dalla Geometria di Euclide. Alla prefazione segue la dedica dell’opera a quel Michele Scotto da noi mentovato in questo tomo medesimo. L’ab. Zaccaria ci ha dato l’indice de’ capitoli in cui l’opera è del eh. sig. ab. Andres (afferma Dell’origine progressi (Progr d’ogni Letter. t. i, p. 429, ec.) il quale senza negare n Leonardo Fibonacci la gloria ili averle dall’A lirica portate in Italia, si fa a provare ch’esse non iinon note a Gerberto, come alcuni hanno afieruaato, e molto meno a Boezio; e crede che F esempio più antico di tali cifre sia la traduzione di un’opera di Tolomeo dall’arabo in latino latta nel n3tì, e che conservasi nell’archivio di Toledo. Ma se il codice della Magliab celnana che contiene i simboli ile’ libri di S. Agostino, e tra essi le note arabiche a indicarne il trattato di Aritmetica , quali il Targioni le ha fatte incidere; se, dico, quel codice è veramente del secolo xf, coinè questo autore lo crede (Viaggi t. 2, p. 6cS), egli è evidente che ad esso convicq dare la preferenza sopra il codice di Toledo.