Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/297

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276 LIBRO la distinzione do’ due Gherardi, Forse a confermarla ancor maggiormente gioverà il riflettere che il primo dal Pipino dicesi cremonese, il secondo dal Bonatti si dice cremonese di Sabbioneta, il qual luogo, benchè ora appartenga al territorio mantovano, forse entrava allora nel cremonese. Potrebb’essere nondimeno che amendue fosser natii di Sabbioneta; e potrebbe essere ancora che il secondo fosse figliuolo, o nipote del primo. Intorno a ciò creda ognuno come gli sembra meglio. A me basta di aver mostrato che due Gherardi cremonesi si debbon ammettere, uno vissuto nel secolo XII, l’altro nel secolo XIII. Così pure hanno pensato gli autori della Storia dell’Università di Bologna (De Prof. Bonon. t. 1, pars 1, p. 511), benchè essi non abbian preso a sostenerlo direttamente. Il non essersi posta mente in addietro a una tal distinzione, ha fatto che siasi da molti attribuito ad un solo ciò che dovea esser diviso in due; e ci conviene perciò separare con diligenza ciò che spetta al primo, e ciò che spetta al secondo. XXI. Del più antico Gherardo altro non ci dice il Pipino, se non che tradusse dall’arabica lingua nella latina moltissimi libri. Di opere da lui composte non elice i. otto. Farmi dunque probabile che tra le opere che dal Fabricio si attribuiscono (Bibl. med. et inf. Latin, c. 3, p. 39) a un sol Gherardo, quelle che son traduzioni, si debban attribuire al primo; quelle che son opere veramente composte, e quelle singolarmente che appartengono all1 astrologia, si deb-1 bau credere del secondo, e solo sembra meno