Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/305

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284 LIDRO perdoni la peccata. Anno Domini MCCCXVII. Intorno alla qual iscrizione veggasi il soprallodato Manni (ib. p. 64). Testimonio miglior di questo sembra che non possa recarsi a render certissimo che Salvino degli Armati fu l’inventor degli occhiali. L’iscrizione non può essere più conforme alle parole del b. Giordano. Un uomo morto nel 1317 potea facilmente aver trovati gli occhiali verso l’anno 1285. Poteva perciò il b. Giordano dir giustamente che questa invenzione era moderna, di soli venti anni incirca; chi raccolse dalla bocca dello stesso Beato la predica, e la distinse in iscritto, poteva facilmente aver conosciuto l’inventore, e aver con lui favellato. E pare perciò, che sia bastevolmente assicurato all’Italia il vanto di un sì utile ritrovamento. XXVTI. Più incerta, e quanto al tempo e quanto all’autore, è un’altra invenzione di non minore vantaggio in riguardo alla navigazione, cioè della bussola nautica ossia dell’ago calamitato. Io ne parlerò a questo luogo, perchè a questo secolo se ne fissa da molti il ritrovamento; ed è certo che a questo secolo ella era già in uso. Ma è cosa strana a vedere quanto su questo punto sien tra lor discordanti gli autori. Accenniamo con quella maggior brevità, che in una sì intralciata quistione è possibile, le diverse loro opinioni, e ricerchiamo se alcuna ve n’abbia che si possa dire probabile sopra l’altra. Non mancano alcuni che affermano essersi conosciuta ancor dagli antichi quella proprietà della calamita, per cui ella volgesi al polo settentrionale. La qual opinione,