Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/326

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SECONDO 3o5 espugnata ma nondimeno poteva Albertano in qualche sortita rimaner prigione. Par nondimeno che maggior fede si debba a tre codici da noi rammentati, che non a un solo veduto dall’Oudin, e di cui inoltre ei non reca le espresse parole. Comunque sia, egli standosi in prigione compose il trattato Dell amor e della dilezione di Dio e del prossimo e deW altre cose, e della forma dell’onesta vita, cui indirizzò a Vincenzo suo figliuolo. Poscia un altro ne scrisse Della consolazione e del consiglio, e indirizzollo a Giovanni altro suo figlio, di cui dice nel proemio: A te, figliuol mio Giovanni, lo qual t’aoperi nell’arte di cirurgia. L’Oudin afferma che questo libro ancora fu da lui scritto in prigione; ma nel codice di cui si valse Bastian de’ Tossi per farne la prima edizione italiana in Firenze l’anno 1610, al fin di questo trattato si legge ciò solamente; Finisce il libro d’Albertano Giudice da Brescia della Contrada di S. Agata della Consolazione e del consiglio composto sotto anni Domini 1 a.jtì delli mesi d’Aprile e di Maggio. Per ultimo un altro assai più breve ne abbiamo scritto innanzi al secondo, e indirizzato a Stefano pur suo figliuolo , intitolato Delle sei maniere del parlare, o altrimenti ammaestramento di dire e di tacere, che da lui fu composto, come si legge al fine dello stesso codice, nel dicembre dell’anno 1245. Questi trattati, da cui non sembran diversi que’ che il Muratori afferma esistere manoscritti nella Biblioteca Ambrosiana (Antiq. Ital. t 3,p.916, 917), furono da Albertano scritti in latino. Ma nello stesso secolo xiii, e non molti anni dopo la loro pubblicazione, Tuuboschi, Voi. IV. 20